La dottrina della «creatio ex nihilo» ascrive l’origine del mondo ad un atto assolutamente libero da parte di Dio, senza ricorso ad una materia preesistente. Con la diffusione del Cristianesimo in ambiente ellenistico emerse però ben presto l’esigenza di tradurre tale nozione con i modelli metafisici greci. L’articolo esamina le difficoltà derivanti dal modello neoplatonico (con particolare riferimento alla nozione di «rationes seminales» di Agostino) e da quello aristotelico, con riguardo alla sua nozione di «contingenza». Bisognerà attendere la ridefinizione del concetto di contingenza ad opera di Duns Scoto per assistere ad un superamento di entrambe queste due ipoteche.
Parole chiave: creatio ex nihilo, rationes seminales, Agostino d’Ippona, necessità, contingenza, libertà, Duns Scoto
The doctrine of «creatio ex nihilo» states that God brought the universe into existence out of nothing, or without the use of pre-existing materials. With the spread of Christianity in a Hellenistic environment, however, the need to translate this notion with Greek metaphysical models soon emerged. This paper aims at analysing the difficulties arising from the Neoplatonic model (with particular reference to the notion of Augustine’s «seminal reasons») and from the Aristotelian model, with regard to its notion of contingency. It will be necessary to wait for the redefinition of the concept of contingency by Duns Scotus to see the overcoming of both these two mortgages.
Keywords: creatio ex nihilo, seminal reasons, Augustine, necessity, contingency, freedom, Duns Scotus