Nell’ampia produzione di Peter Sloterdijk ritorna spesso e quasi ossessivamente un’analisi critica della religione. Il vangelo di Nietzsche, «la morte di Dio», guida la costruzione di una antropologia filosofica «dopo Dio» sulla base degli apporti delle scienze della cultura, dell’immunologia e della mediologia. La religione viene infine interpretata come esercizio, nella lunga storia di elevazione dell’umanità. La «salvezza», la co-esistenza come co-immunità, può venire solo dalle scienze della cultura, grazie al principio (gnostico) dell’«apprendere» entro un programma simile a quello di Auguste Comte.
In Peter Sloterdijk wide production, it often and almost obsessively recurs a critical analysis of religion. The Nietzsche gospel, «death of God», leads to an «after God» philosophical anthropology based on the contributions of cultural, immunological and mediological sciences. Religion is eventually explained as practice, in the longlasting human elevation history. «Salvation», co-existence as co-immunism, can only come from cultural sciences, thanks to the (gnostic) principle of «learning» in a program similar to Auguste Comte’s.