Secondo il celebre e dibattuto studio del 1967 di Robert N. Bellah (Civil Religion in America), gli americani abbraccerebbero una religione civile caratterizzata da certe credenze fondamentali e dei riti paralleli o indipendenti rispetto alla religione che (eventualmente) professano. Invece di creare contrasti, tale religione civile si armonizza con le altre confessioni e, in accordo col tradizionale spirito di collaborazione tra religione e libertà già riferito da Tocqueville, ambedue concorrono a produrre un forte spirito civico, testimoniato per altro dai recenti studi di Robert B. Putnam. I dati testimoniano però una certa irrilevanza del contenuto specifico di ogni denominazione religiosa ai fini di stabilire il livello di civismo dei fedeli, che sembrerebbero propensi ad adottare una condotta meritoria in relazione alla loro esposizione al biasimo o alla lode nelle loro comunità di appartenenza. Il confronto con esperienze americane di grande levatura morale, ma scaturite da un diverso modo di relazionarsi alla fede, può essere occasione per qualche riflessione.

According to the famous and debated study by Robert N. Bellah (Civil Religion in America, 1927) the Americans embrace a civil religion characterized by some basic beliefs and rites parallel or independent to the religion that they (eventually) profess. Instead of creating conflicts, this civil religion harmonizes with other confessions. Religion and freedom –in conformity with the spirit of cooperation that runs between them (Tocqueville) –converge in the creation of a strong civic spirit, as is illustrated in the recent studies by Robert B. Putnam. Nevertheless evidence testifies that the specific content of any religion is rather inert in order to establish the degree of public conscience of the believers, who seem to adopt a meritorious behavior in relation to their exposure to approval and blame in the communities to which they belong. The comparison with some remarkable moral experiences of Americans, arising from a different way to refer to faith, may be occasion for some reflections.