Fascicolo XXXVI (2022), 2, Del rito / Abstract

JEAN GRONDIN

JEAN GRONDIN

Per noi moderni è difficile comprendere e apprezzare la bellezza del rito, perché le nostre categorie riducono spesso la religione alla sola credenza, come se consistesse unicamente in una decisione intellettuale, sovrana e netta del soggetto autonomo. Tale riduzione della religione alla sola credenza ha nella nostra civiltà una duplice origine: il nuovo accento che il cristianesimo mette sulla fede, la pistis, e la scienza moderna che celebra nel sapere oggettivante e verificabile l’unica forma di verità. Questo duplice sfondo ci fa perdere di vista che la religione senza dubbio è innanzitutto ed è sempre stata (e continua ad essere) un culto, una celebrazione e una festa. È la bellezza del rito, che sopravvive silenziosamente nelle nostre pratiche. Il rito che permette alla religione di essere altro da una visione del mondo o da una filosofia.

Parole chiave: Rito – bellezza – religione – credenza - verità

The beauty of ritual

For we, modern people, it is difficult to understand and appreciate ritual beauty, since our categories often reduce religion to mere belief, as if it were an intellectual, sovereign and clear decision made by an independent subject. In our culture this reduction of religion to belief has a double origin: the new accent that Christianity puts on faith, pistis, and modern science celebrating in objectifying and verifying knowledge the only form of truth. This double context makes us forget that religion is first of all and has always been (and keep on being) ritual, worship and celebration. It is the beauty of ritual that silently survives in our practices. Ritual allows religion to be more than a worldview or a philosophy.

Keywords: Ritual - beauty – religion – belief - truth