FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore   Giuseppina D’ADDELFIO
Titolo   Il bene del discernimento. Considerazioni pedagogiche a partire da Adrienne von Speyr ed Edith Stein / The good of discernment. Pedagogical considerations starting from Adrienne von Speyr and Edith Stein
Pagine   521 - 537
Abstract  

Il saggio presenta una riflessione sui diversi richiami all’importanza del discernimento contenuti nella parola del grano e della zizzania. Viene in primo luogo ripercorso il commento alla parabola offerto dalla mistica Adrienne von Speyr che descrive il discernimento come esercizio di umiltà ed esperienza dell’umana finitezza, quindi come ‘arma’ necessaria per conservare il bene nella vita umana. Una simile prospettiva è poi rintracciata anche in alcuni saggi pedagogici di Edith Stein, dove la semplice discrezione, come abilità umana,viene distinta dall’autentico discernimento, come spazio di dialogo con Dio. Nel contributo, quindi, viene presentato un confronto tra la riflessione di queste due donne: innanzitutto a partire dall’esperienza mistica; poi per i nessi tra questa e il metodo fenomenologico, che Stein imparò da Husserl e che mai smise di praticare nelle sue ricerche filosofiche e pedagogiche; infine per il richiamo comune a Gesù come autentico maestro. Tale confronto permette di porre in luce il discernimento come bene formativo per la persona: tanto come attitudine da coltivare nell’educando affinché egli possa conoscere e scegliere la sua forma migliore e far fiorire la sua autentica libertà, quanto come attitudine che ogni educatore ha il dovere dicoltivare in se stesso al fine di una relazione che possa essere davvero educativa.

Parole chiave: Discernimento, bene umano, libertà, fenomenologia, maestro

The paper revolves around the various references to the importance of discernment in the parable of wheat and tares. First of all, the commentary on the parable offered by the mystic Adrienne von Speyr is presented. Von Speyr depicts discernment as an exercise in humility and experience of the human finitude, therefore as a ‘weapo’" necessary to preserve the good in human life. A similar perspective is then detected in some of Edith Stein's pedagogical essays, insofar as Stein distinguishes simple discretion, as a human skill, from authentic discernment, as a space for a dialogue with God. Therefore, the paper presents a comparison between the reflection of these two women: first of all starting from the mystical experience; then for the connections between this and the phenomenological method, which Stein learned from Husserl and which he never stopped practicing in her philosophical and pedagogical researches; finally, for the common stress on Jesus as an authentic teacher. Such a comparison allows to highlight discernment as a formative good: as much as an attitude to be cultivated in the person to be educated, so that he/she can know and choose his best form and make his/her genuine freedom flourish, as well as anattitude that each educator has a duty to cultivate in himself/herself for the purpose of a relationship that can be truly educational.

Keywords: zizania, heresy, toleration, inquisition.

     
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