Nel nostro tempo, per buone ragioni, le religioni sembrano evitare il tema della verità. Ciò che sembra mancare al dibattito è una riflessione sullo statuto specifico della verità religiosa (se ce n’è uno): di fatto, il suo modello trae origine dalla verità scientifica, filosofica o storica. Ma qual è la grammatica specifica della verità religiosa? C’è spazio per l’interpretazione nel campo degli asserti dogmatici? È possibile pensare che la verità religiosa sospenda tutte le conseguenze della falsità? Vale a dire, è possibile che una religione sia l’unica vera e che le altre non siano al contempo false? È possibile che per sua natura la verità religiosa sia sempre una specie di anacoluto? O, più precisamente, una specie di aggiunta? L’articolo sostiene che sia impossibile pensare i dogmi cristiani senza il concetto di aggiunta. La religione cristiana è la religione dell’Aggiunta (Cristo è Aggiunta). Questo comporta conseguenze serie e impreviste per un concetto di verità religiosa definita come verità nella carità.

In our time, for good reasons, religions seem to avoid truth as a theme. The debate seems to miss a focus on the development of a specific status of religious truth (if there is one): its model, in fact, originates from scientific, philosophical or historical truth. But what is the specific grammar of religious truth? Is there any place for interpretation in the field of dogmatic statements? Is it possible to think that religious truth suspends all the consequences of falseness? Namely, is it possible that one religion is the only true one, while the other ones are not false? Is it possible that by its nature a religious truth is always a kind of anacoluthon? Or, more precisely, a kind of addition? It is impossible to think of Christian dogmas without the concept of addition, the article states. Christianity is the religion of Addition (Christ is Addition). This results in unforeseen, serious consequences for a concept of religious truth defined as a trut in charity.