Abstract |
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Il regno della contingenza si potrebbe immaginare come una matassa che nasconde in sé il suo bandolo, sempre in attesa d’essere ripreso per la punta e infilato nella cruna di un ago. Il contingente, perciò, non è chiuso in se stesso: resta aperto nei confronti di un accadimento capace di recuperarne l’inizio e la fine, l’origine e il destino. In tal senso, per la teologia, la contingenza è sempre stata un crocevia rappresentativo della reale relazione tra Dio e il mondo. Lo scenario che si deve investigare è quello dell’ontologia trinitaria, lì dove l’Agape si lascia comprendere come il ‘luogo’ originario dell’uomo e del mondo.
One can imagine the nature of contingency as a skein of yarnthat hides the way of untangling its knot, continually waiting for its end to be found and passed through the eye of the needle. What is contingent is never something closed in itself, but remains open to any eventthat will allow it to find its beginning and its end, origins and destiny. In this sense, theologically speaking, contingency has always been a representative crossroads of the real relationship between God and the world. The article focuses on the reign of trinitarian ontology, exactly the point where Agape will be understood as the originating ‘place’ of man and the world.
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