Abstract |
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Il colloquio non è la messa in scena di una
possibile comunicazione illimitata e di una
reciproca intesa che pretenda di sollevare tutti
e ciascuno oltre i limiti della propria
finitezza, ma è la dimensione in cui ogni volta
si dischiude l’esperienza di una verità finita
nella quale ogni esistenza finita è chiamata a
diventare se stessa. La verità del colloquio non
è l’assoluto della conciliazione metafisica, ma
quella controversa della parola inesauribile
aperta a significati molteplici e
inevitabilmente insidiata anche dal
fraintendimento. Contro la pretesa di verità
incontrovertibili della metafisica , è nella
verità controversa del colloquio che la
filosofia è chiamata a esercitarsi.
Dialogue is not the mise-en-scène of a possible
unlimited communication and of a reciprocal
undestanding that pretends to elevate all and
each beyond the limits of its own finiteness,
but it is the dimension in which every time the
experience of a finite truth, in which every
finite existence is called to become itself,
opens up. The truth of the dialogue is not the
absolute of the metaphysical conciliation, but
that controversial of the word open to multiple
meanings and inevitably undermined by
misunderstandings. Against the claim of
methaphysical incontrovertible truths, it is in
the controversial truth of the dialogue that
philososophy is called to excercize itself.
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