Abstract |
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La riflessione si avvia dal dibattito
filosofico in corso tra alcune teorie della
giustizia che, interrogandosi sul legame sociale
e ciò che lo legittima, prendono in
considerazione anche il ruolo delle religioni.
Esse affrontano il tema secondo prospettive
differenti che si tratta di mettere in valore e
altresì di integrare: nello specifico, con il
riferimento ai paradigmi teorici che si
rivolgono direttamente alla considerazione della
spazialità. Per questa via si viene a parlare
quindi di 'giustizia spaziale'. Raccogliendo il
suggerimento ad assumere in modo esplicito la
considerazione della spazialità, come
costitutiva dell'umano, anche per comprendere il
fenomeno religioso, sembra così aprirsi una non
scontata prospettiva fenomenologico-ermeneutica
di indagine. Il contributo invita quindi a
prestare attenzione alla profondità
dell'esperienza spaziale, che può aprire a un
quid che pur resta non spazializzabile. È su
questa strada che viene anche ripresa la
riflessione sulla dimensione del sacro.
This reflection starts from the current
philosophical debate among some theories of
justice which question social bond and what
legitimizes it, take into consideration also the
role of religion. They address the issue from
different perspectives which must be evaluated
as well as integrated: especially in reference
to theoretical paradigms focusing on the
consideration of spatiality, and of ‘spatial
justice’. Taking the suggestion to assume, in an
explicit way, the consideration of spatiality as
an integral human factor, also to understand the
religious phenomenon an unusual
phenomenological-hermeneutical research seems to
opens. Thus, the contribution invites to pay
particular attention to the depth of the spatial
experience that can open a ‘quid’ which however
remains non-spatiable. On this path that the
reflection on the sacred dimension is reprised.
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