Abstract |
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L’interrogativo che dà il
titolo al saggio formula l’obiezione di fondo che
l’autore muove alla fenomenologia della carne e alla
teologia dell’incarnazione delineate in Incarnation,
l’ultima grande opera di Michel Henry. Quest’ultima
riprende e radicalizza la distinzione tra carne (Leib)
e corpo (Körper) presente nella tradizione
della fenomenologia a partire da Phenomenology,
per sostenere che «la carne non può esser confusa
col corpo, ne è piuttosto il contrario». L’analisi
dell’opera condotta in questo saggio mette in discussione
i presupposti della posizone di Henry (il doppio rigetto
della concezione greca ed ebraica del corpo, il ritorno
del dualismoi nella forma della rottura tra «carne»
e «corpo» e la squalificazione del modello del
vedere dominante nella storia della filosofia) e, pur evidenziando
la potenza descrittiva e concettuale dispiegata dalla sua
fenomenologia della carne, avanza il dubbio che l’accento
posto sulla carne finisca per occultare l’esteriorità
e la materialità del corpo implicate anche teologicamente
nell’incarnazione.
Michel Henry in his last work Incarnation resumes
and radicalizes the distinction between flesh (Leib)
and body (Körper) present in the tradition
of phenomenology beginning from Husserl, stating that “flesh
cannot be confused with body, but rather it is its opposite”.
This paper debates the presuppositions of Henry’s
conception: the refusal of the Greek and Hebrew idea of
the body, the dualism’s return in the form of the
rupture between flesh and body and the disqualification
of the leading Weltanschauung in the history of
philosophy. Even outlining the descriptive and conceptual
power of Henry’s phenomenology of flesh, the author
advances the doubt that this conception may conceal the
body’s materiality theologically implied in the Incarnation.
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