Abstract |
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Le consuetudini didattiche dell’epoca
non permettono a Giovanni Duns Scoto di trattare estesamente
della resurrezione di Cristo, né di connetterla esplicitamente
alla resurrezione generale degli uomini. Un’analisi
dei suoi testi mostra tuttavia come tale tema si trovi al
centro della sua impresa teologica. Da una parte, la resurrezione
è una condizione essenziale del fine dell’uomo,
la naturalità del cui desiderio è conosciuta
all’uomo solo attraverso la rivelazione. Dall’altra,
la resurrezione di Cristo è inserita nel quadro della
sua predestinazione alla gloria, che coincide con la libera
chiamata alla beatitudine di tutti gli esseri umani. La
dettagliata confutazione della conoscibilità razionale
della resurrezione svolge in questo modo la funzione ultima
di liberare lo spazio per la consapevolezza di un destino
gratuitamente donato.
The didactic customs of his age do not allow John Duns
Scotus to deal extensively with Christ’s resurrection,
neither to connect this explicitly to the general resurrection
of men. An analysis of his texts shows nevertheless that
this theme is at the centre of his theological enterprise.
On one hand resurrection is a fundamental condition of the
goal of man, who knows the nature of his desire only through
revelation. On the other, Christ’s resurrection is
inserted in the frame of His predestination to glory, which
coincides with the free call to beatitude of all human beings.
The rational understanding of resurrection has the function
of introducing the consciousness of a free given destiny. |