Abstract |
|
Si tenta di delineare un’interpretazione
generale del fenomeno: “superstizione”, non
nascondendo le difficoltà di giungere ad una definizione
univoca. Il fascino della superstizione viene ricondotto
alla “protezione” che promette di garantire
all’uomo, senza impegnarlo nello sforzo più
arduo di cambiare davvero la propria vita e il mondo circostante.
La considerazione psicologica si allarga, via via, ad una
riflessione sul ruolo della superstizione nel mondo contemporaneo,
riflessione che sembra contraddire molti luoghi comuni.
Infine, si discute sinteticamente il ruolo del cristiano
di fronte alla temperie superstiziosa, chiarendo l’esigenza
di una profonda “purificazione” della “religiosità
popolare”, spesso indulgente a tentazioni idolatriche.
The author attempts a general interpretation of superstition,
aware of the difficulty to reach an unequivocal definition.
In his opinion, superstition is appealing for the protection
that it assures to men without engaging them in a harder
effort to change their own life and the world. The psychological
approach is extended to a reflection on the role of superstition
in the contemporary world. In conclusion the author discusses
briefly the role of Christians toward superstition, underlying
the need of a deep purification of popular belief. |