Abstract |
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Esemplificare diverse pratiche o credenze
che si possono etichettare come superstizione (anche se
non si aspira a offrirne una classificazione) può
servire a rendersi conto di quante cose diverse si possano
raccogliere sotto questo nome. Cercando dei criteri interpretativi,
quello della +comprensione dall’interno e della contestualizzazione
delle pratiche nella comunità di appartenenza sembra
il più importante: la comunità considera certe
sue pratiche come religiose e altre come superstiziose.
Questo però non è un criterio decisivo, dato
che anche l’intera comunità può essere
superstiziosa, oppure può essere molto rigida nell’escludere
come superstizioni delle pratiche ed esperienze individuali,
che invece meriterebbero riconoscimento. Ma anche quando
c’è un largo consenso nel considerare certe
pratiche come superstiziose, bisognerebbe fare una differenza
tra coloro che gestiscono queste pratiche a favore e a spese
degli altri, e coloro che occasionalmente ne usufruiscono,
credendoci spesso solo a metà.
Examples of practices and beliefs that may be labeled as
superstitious may help to understand how many different
things are gathered under this name. Among the interpretative
criteria, the most important seems to be the understanding
from within and the contextualization of practices in the
communities: the community considers some of its practices
as religious, others as superstitious. But this is not a
decisive criterion because, the entire community may be
superstitious or very rigid in excluding as superstitious
practices and experiences which instead should deserve recognition.
But also when there is a large agreement in considering
some practices as superstitious, it would be necessary to
draw a difference between those who manage these practices
in favour or in damage of others and those who benefit from
them only occasionally.
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