FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore  
Georgia ZEAMI
Titolo  
Ateismo filosofico e nullità di Dio
Pagine  
561-575
Abstract  

Utilizzando la Gottesfrage come trait d’union che lega la fenomenologia dei primi anni Venti alla mistica dei Beiträge zur Philosophie, l’articolo si propone di mostrare come al fondo di essa vi sia l’assunzione di una negatività originaria non tanto logica, quanto ontologica e perciò esistenziale. Se, nei corsi friburghesi, tale negatività, ricavata dalla strutturale indisposizione della vita effettiva rispetto al suo fondamento, si esplicava nella irrevocabile decisione per una peculiare forma di ateismo, nella Prolusione del 1929 compare una negatività che rivela la sua motilità sostanziale, e quindi la sua consistenza ontologica, nella situazione esperienziale dell’angoscia; infine, nei Beiträge zur Philosophie, l’annuncio dell’Ultimo Dio, ormai coincidente con il Niente, è strettamente congiunto a quel rivolgimento del pensare che deve compiere il salto per poter giungere all’origine. Ciò che, in ultima analisi, emerge dal lavoro è la correlazione tra negatività ed esperienza del divino, quale motivo dominante della speculazione heideggeriana.

Using the Gottesfrage as trait d’union between the phenomenology of the first years of the 1920s and the mysticism of Beiträge zur Philosophie, the author aims to shows that at the basis of Heidegger’s phenomenology there is an original negativity, ontological and existential, more than logical. If in the Freiburg lectures, this negativity – derived from the structural unfitness of effective life in comparison to its foundation – disclosed itself in the choice of a peculiar form of atheism, in the Prolusion of 1929 the negativity reveals its substantial dynamism in the experiential situation of anxiety. At last in the Beiträge zur Philosophie the announcement of the Last God, by now coinciding with the Nothing, is tightly linked to that revolution of thinking that must make a leap to go back to the origin. In conclusion, the correlation between negativity and experience of divine is a dominant motive of the Heideggerian speculation.

     
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