Abstract |
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Parlando di “terzo uomo”, il
saggio intende proporre un modello antropologico che s'è
fatto strada nella storia e nelle Scritture di Israele:
quel “popolo di Dio” che si costituisce - aldilà
dell'alternativa tra i legami naturali (e la loro dilatazione:
etnica, nazionale, magari religiosa) e il contratto sociale
(formazione dello Stato moderno) – come obbedienza
al comandamento divino dell'amore-giustizia, dove ognuno
è chiamato, e con ciò promosso e abilitato,
ad amare l'altro nella sua alterità, a immagine e
somiglianza di Dio stesso. Questa visione, che in Kant trova
una sua versione secolare, presenta un intreccio tra religione,
etica e politica, dove prima della formulazione di singole
leggi di comportamento sta, alla fonte, il “cuore”
nell'accezione propriamente biblica: l'individuo umano coram
Deo (forma) e per l'altro (contenuto). Con una serie di
conseguenze, ad alcune delle quali si fa accenno a modo
di corollari.
By speaking of ‘third man’, the paper aims
to propose an anthropological pattern which has imposed
itself in the history and in the Scriptures of Israel: the
“people of God” who constitutes itself –
beyond the alternative between natural ties (and their dilatation:
ethnic, national and even religious) and the social contract
(construction of the modern State) – as obedience
to the divine commandment of love/justice, where everyone
is called to love the other in his otherness, in the image
and likeness of God. This vision, that in Kant finds its
secular version, shows an interweaving among religion, ethics
and politics: the ‘heart’, according to the
biblical meaning, is at the source of single laws of behavior:
the human individual coram Deo (form) and for the other
(meaning). |