Abstract |
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Nell’ultimo film di Ermanno Olmi
è evidente un parallelo con la figura di Cristo.
Se esso è stato letto come una critica della cultura
e delle religioni e una salvezza individualistica che ritorna
alla natura, quest’interpretazione vede invece nella
parabola del protagonista una rinascita come metánoia
dell’esistenza, che segue alla messa in crisi del
“libro” come strumento di potere. In quest’ottica
ogni passaggio del film acquista un valore simbolico, che
mostra come la salvezza non consista nel rifiutare il mondo
per rifugiarsi nella vita naturale, ma nella risposta dell’esistenza
alla verità che chiama. Il finale del film viene
letto infine come la riflessione su un cristianesimo all’insegna
della libertà dello Spirito.
In Ermanno Olmi’s latest film there is an evident
parallel with the figure of Christ. Usually it has been
read as a criticism of culture and religion and as an individualistic
salvation through the return to nature. The interpretation
proposed instead sees in the protagonist’s trajectory
a rebirth as metanoia of existence, that follows the crisis
of the “book” as a power instrument. From this
point of view every passage of the film acquires a symbolic
value, which shows that salvation is not a refusal of the
world to find refuge in natural life, but the answer of
existence to the truth that calls. Finally the end of the
movie is read as a reflection on Christianity in the freedom
of Spirit. |