Abstract |
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L’articolo analizza la rilevanza
antropologica della cristologia rosminiana svolta in un
quadro di pensiero caratterizzato da un forte senso dell’unità
di filosofia e teologia, qual è quello che si trova
nell’Introduzione al Vangelo secondo Giovanni commentata
(1882). Si esamina il commento rosminiano alle affermazioni
di Giovanni sul Verbo come vita, e come la vita e la luce
degli uomini, si svolgono le linee fondamentali della cristologia
rosminiana, soprattutto in riferimento all’incarnazione
del Verbo e all’incorporazione dell’uomo in
Cristo. Si mostra come questa cristologia si prolunghi in
una teologia dell’Eucarestia, che è l’aspetto
più originale del suo pensiero teologico, alla luce
della quale si ha una ricomprensione della morte e della
resurrezione del Cristo e del senso della vita eterna e
della resurrezione promessa a chi crede. Si evidenziano
infine aspetti del pensiero rosminiani che completano la
visione contenuta nell’opera presa in esame, in vista
della formulazione di un giudizio equilibrato sul significato
del tentativo teologico in essa offerto.
This paper analyses the anthropological importance of Rosmini’s
Christology characterized by a strong sense of the unity
of philosophy and theology, as it is found in the Introduzione
al Vangelo secondo Giovanni commentata (1882). In particular,
the author examines Rosmini’s commentary on John’s
affirmations on Logos as life, showing how Rosmini’s
Christology becomes a theology of Holy Communion, which
is the most creative aspect of his theological thinking. |