Abstract |
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Partendo dal prologo del quarto Vangelo,
l’obiettivo è la possibile armonizzazione tra
il tema filosofico-teologico della creazione e quello scientifico
dell’evoluzionismo. Si interpreta la vita come logos
e come informazione, donata dal Logos divino, quindi come
il dono originario del campo spazio-temporale sempre più
informatizzabile, senza ulteriori interventi divini nel
decorso successivo. Ciò significa ridisegnare l’immagine
di Dio sotto la spinta della rivoluzione darwiniana, arrivando
anche ad una possibile soluzione del problema dell’origine
e della genesi del male naturale: Dio non ha creato il mondo
direttamente, come pure non ha creato l’uomo direttamente
e nella sua forma primigenia. Sotto questo profilo sia il
credente che il non-credente, senza dover faticosamente
distinguere fra i cosiddetti due piani, sono indirizzati
alla prospettiva dell’idealismo tedesco: la natura
partecipa dell’io, nel senso che essa compie operazioni
logiche, anche se non coscienti; la vita nella sua evoluzione
ha esplorato inoltre il possibile adiacente senza alcun
progetto a lunga scadenza, senza un fine/scopo intenzionale.
The aim of the essay is the possible harmonization between
the philosophical-theological theme of creation and the
scientific results of evolutionism, starting from the prologue
of the fourth Gospel. Life is assumed as logos and information,
given by the divine Logos, then as the original gift of
the time-space field, always more computerized, without
any ulterior divine interventions in the following course.
This means redesigning God’s image under the stimulus
of the Darwinian revolution, offering a possible answer
to the question of the origin of natural evil: God has not
directly created the world and man in his original form.
From this viewpoint both believers and non-believers are
addressed to the perspective of German idealism without
having to choose between the two options. |