Le immagini di Dio tramandate dai testi biblici hanno fortemente contribuito alla formazione dei nostri immaginari (religiosi, sociali, politici), divenendo un modo per legittimare o contrastare la violenza, i conflitti o, al contrario, costruire la pace. Attraverso l’analisi di Esodo 15, questo contributo argomenta l’utilità di tali passi per interrogarci sui concetti di ingiustizia e di violenza. La distanza che separa il mondo del lettore da quello del testo è certamente ampia, così come quella tra le immagini divine e gli immaginari religiosi che hanno originato. Questa distanza, però, è anche lo spazio degli interrogativi che ci permettono di elaborare una nostra concezione della giustizia e dell’ingiustizia, della violenza divina e religiosa.
Parole chiave: ingiustizia, violenza, immagini divine, immaginari religiosi
The images of God passed down from biblical texts have strongly contributed to the building of our imaginaries (religious, social, political), becoming a way to legitimize or counter violence, conflicts or, on the contrary, build peace. Through the analysis of Exodus 15, this paper argues the usefulness of such biblical passages to question ourselves on the concepts of injustice and violence. The distance that separates the world of the reader from that of the text is certainly wide, as is that between the divine images and the religious imaginaries that they originated. This distance, however, is also the space for questions that allow us to develop our own conception of justice and injustice, of divine and religious violence.
Keywords: injustice, violence, divine images, religious imaginaries