FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore   Virgilio CESARONE
Titolo   Il perturbante e il politico / The Uncanny and the Political
Pagine   279 - 291
Abstract  

Quale rapporto sussiste tra il perturbante (das Unheimliche) e il politico (das Politische)? È possibile ritenere il primo il fondamento del secondo, anzi ciò che determina la formazione di istituzioni politiche? Tale questione viene affrontata nel presente contributo a partire da una disamina antropologica, seguendo soprattutto le indicazioni di H. Plessner sul rapporto tra potere e natura umana. Proprio nell’esame di questa congiunzione il perturbante, inteso con Freud come ciò che è rimosso ma costantemente torna, si dimostra un elemento decisivo per l’instaurarsi del rapporto agonistico tra amico e nemico. Inoltre la presa di distanze da Heidegger da parte di Plessner nell’utilizzo di questo concetto indica due percorsi ermeneutici opposti e chiarificatori riguardo la possibile politica rispetto a essi: per Plessner il perturbante dà il via all’articolarsi continuo di ricerche di equilibrio, ma in quanto tale è l’origine mai raggiungibile e sempre imperscrutabile, per Heidegger, invece, unheimlich è la dimensione più propria dell’essere che siamo, anche se continuamente occultata da sicurezze e paure mondane.

Parole chiave: : Il perturbante e il politico, H. Plessner, M. Heidegger

What is the relationship between the uncanny (das Unheimliche) and the political (das Politische)? Is it possible to consider the former as being the foundation of the latter, or even as being that whichbrings about the development of political institutions? The paper addresses this question starting with an anthropological examination that follows principally H. Plessner's indications on the relationship between power and human nature. It is precisely by examining this connection that the uncanny, understood with Freud as that which is removed but keeps recrudescing,proves to be a decisive element in establishing the competitive relationship between friend and enemy. Moreover Plessner, distancing himself from Heidegger in using this concept, indicates two opposite and clarifying hermeneutic paths to a possible policy in relating to them: for Plessner the uncanny leads to an unceasing pursuit of balance, but as such it is a never attainable and always inscrutable origin, while for Heidegger unheimlich characterizes the kind of being we are, even though alwaysconcealed by worldly assurances and fears.

Keywords: the uncanny and the political, H. Plessner, M. Heidegger

     
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