FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore   Massimo GIULIANI
Titolo   I doveri di giustizia verso il creato. Una riflessione ebraica (a partire dall'enciclica Laudato si')/ Being just towards creation. A Jewish reflection (starting from the Laudato si’)
Pagine   289-304
Abstract  

Il saggio è un commento ebraico all’enciclica Laudato si’. Vi si rileggono i principali passi biblici citati, soprattutto i comandi divini di soggiogare e di dominare la terra, di coltivarla e custodirla, e si offrono alcune interpretazione rabbiniche: in particolare si esplorano l’idea di comunità di destini tra esseri umani, animali e piante (in Joseph B. Soloveitchik e Paolo De Benedetti) e il concetto religioso di collaborazione con Dio per continuare l’opera della creazione (in Arthur Green e Jonathan Sacks). Custodire e coltivare il giardino del mondo è un dovere di giustizia, secondo la Torà e il pensiero ebraico, e su questo terreno ebrei e cristiani possono lavorare insieme per riparare le ingiustizie e migliorare il mondo (è il concetto di tiqqun ha‘olam). Per paradosso, l’ideale sarebbe dare del tu a ogni essere vivente, animale o pianta che sia, e non solo all’altro essere umano.

The essay is a Jewish comment to the Pope’s encyclical letter Laudato si’. It analyses the most important biblical passages quoted there, especially the four divine commandments in the story of creation: subdue the earth, have domination, dress the Garden of Eden, keep it. Some rabbinical interpretations are here offered, such as the idea of a ‘community of destiny’ between humans, beasts, and plants (in Joseph B. Soloveitchik and Paolo De Benedetti); or the religious concept to cooperate with God to continue the work of creation (in Arthur Green and Jonathan Sacks). According to the Torah and the Jewish tradition, to keep and cultivate the ‘garden of the world’ is a duty of justice. In this level, Jews and Christians may and must work together, with the goal to repair or emend the world (it is the rabbinical concept of tiqqun ha‘olam). Paradoxically the ideal would be to be able to treat animals and plants as we treat other human beings, that is: ethically.

     
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