Abstract |
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Come può essere accessibile ad un pensiero autonomo e secolare la comprensione biblica della creazione? Il contributo cerca di fornire una risposta muovendo dalla determinazione kantiana del pensiero come intenzionalità «di ogni interesse della mia ragione», il quale accade però non monadologicamente, ma piuttosto riunisce in sé tre questioni. Viene presentato il modo in cui nella ricezione della descrizione kantiana dell’intero «interesse della mia ragione» è oltrepassato, attraverso un pensiero storico-ermeneutico, un mero interesse ‘ontologico’ all’essere, inteso come essere disponibile in un modo presenziale e fuori dal tempo, e inoltre come l’‘evento evenuto’ dell’‘essere-nel-mondo’ fattivo si mostri nel suo nesso (che lo fonda eticamente) con la libertà dell’uomo per il ‘bene e per il male’, vale a dire come sfida ed elezione della dignità della responsabilità; e così, alla luce del nostro rapporto con Dio, come una speranza per la salvezza accessibile al pensiero.
The essay tries to disclose how biblical understanding of Creation can be accessible by an autonomous secular consciousness. It starts by Kant’s determination of thinking as the intentionality of «the whole interest of my reason». This appears in its intentionality not in an one-dimensional monadic manner,but uniting in itself three questions. The essay explainsfirsthow an hermeneutical reception of this interest exceeds a merely ‘ontological’ interest in ‘being’ as a mere timeless ‘being-on-hand’. Furthermore, it shows how the factual ‘being in the world’ in its ethical coherence founds this ‘being’ as existing in its freedom of decision ‘on good and evil’, thus experiencing a challenge based on the dignity of responsibility. This relatesalso to human relation to God, and to the hope for salvation which may be reached by human thought.
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