Nella sua configurazione del tema della Persona Dei Mancini passa anzitutto da un iniziale teismo metafisico, in cui la persona è un attributo di un Dio dimostrato razionalmente, ad una filosofia della religione intesa come ermeneutica della rivelazione all’interno della quale il tema della Persona Dei è utilizzato per ‘fondare’ in chiave prolettica l’escatologia. La prolessi poi si dice in termini dossologici attraverso cui è possibile avere una notitia Dei e di un Dio come persona, che nella logica dei doppi pensieri si scopre essere sempre di più la Persona Christi la quale sola, nella paradossalità della croce che la abita, può dare un senso adeguato alla prolessi escatologica. Nelle diverse fasi del suo pensiero - che il presente articolo ricostruisce teoreticamente - Mancini prospetta così differenti sguardi sulla personalità di Dio, sviluppando sempre di più l’importanza di un Dio che è persona perché interviene liberamente nella storia, pur mantenendo un lato di mistero inafferrabile che l’uomo non può dominare ma solo invocare in termini ossimorici.

In his configuration of the theme of the Persona Dei Mancini passes from an initial metaphysical theism, where the person is an attribute of a God rationally demonstrated, to a philosophy of religion understood as an hermeneutics of revelation in which the theme of the Persona Dei is used to found the eschatology in a proleptic perspective. The prolepsis is expressed then in doxological terms through which it is possible to have a notitia Dei and of a God as a person, who in the logic of double thoughts is discovered to be the Persona Christi who, in the paradoxicality of the cross which connotes it, can give an adequate sense to the eschatological prolepsis. In the different periods of his thought – which the essay reconstructs in a theoretical way – Mancini suggests different outlooks on God’s personality, and develops more and more the importance of a God who is person because he freely intervenes in history even if he keeps a side of inaccessible mystery that man cannot dominate but only invoke in oxymoronic terms.