Abstract |
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Le difficoltà in cui versa l’ermeneutica
filosofica a causa del suo essere divenuta una filosofia
della cultura offrono l’opportunità di valorizzare
il contributo che la filosofia dell’esistenza dà
al pensiero contemporaneo. L’eredità che la
filosofia dell’esistenza lascia al pensiero contemporaneo
risiede nella rilevanza di alcune tematiche connesse all’ontologia
esistenziale e al mondo della vita, tra cui in particolare
quella del nulla e dell’essere "vuoto".
È proprio la radicalità heideggeriana ad aver
riportato d’attualità la questione del nulla
ed è da lì che si deve ripartire se si vuole
ridiscutere oggi la questione del nulla nelle sue implicazioni
filosofiche e teologiche. Tuttavia, Heidegger ha sottomesso
la questione del nulla a quella dell’essere e nel
momento in cui ha rivalutato il nulla lo fatto dipendere
in modo esclusivo dall’essere (Was ist Metaphysik?,
1929). Il nulla di Heidegger è un nulla "pieno"
perché le vicende dell’essere emergono sullo
sfondo del nulla e ad esso ritornano quando scompaiono dalla
scena del mondo. Al nulla "pieno" di Heidegger
si contrappone il nulla "vuoto", quale per es.è
possibile trovare nell’opera teologica e spirituale
di Giovanni della Croce (La notte oscura, 1577):
il nulla come notte, come privazione assoluta, come nudità,
come tragico. Nel tragico il nulla emerge in tutta la sua
vuotezza, povertà, e crea i presupposti affinché
la Grazia di Dio possa divenire operante, anche se l’intervento
della Grazia in quanto tale cade oltre le possibilità
della ragione e della filosofia e si inserisce nel contesto
di interazione tra il filosofico e il religioso, tra l’ontologico
e il teologico.
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