Abstract |
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L’escatologia cristiana tematizza
un’importante esperienza credente, di cui danno conto
le sacre Scritture: l’avvento salvifico di Dio nella
storia comune degli uomini. Il Dio biblico, infatti, non
soltanto è «Colui che è», ma anche
e soprattutto il «Veniente» e il «Vivente»:
si legge così già in Es 3,14 e di nuovo in
Ap 1,4 e 1,18. In Ap 1,17b e 2,8 – inoltre –
il Risorto si presenta come «il Primo e l’Ultimo».
Da qui deriva la comprensione cristocentrica della storia
e della sua destinazione, nella prospettiva di una fondamentale
dialettica di continuità/discontinuità tra
promessa, compimento, anticipazione: secondo il racconto
biblico, Dio compie meravigliosamente ogni sua promessa;
ma non cessa di promettere nuove meraviglie, più
grandi di quelle già compiute, a tal punto che quelle
già compiute diventano una sorta di anticipazione
di meraviglie ulteriori: così prima viene l’Ultimo,
in ogni momento decisivo e in ogni atto liminale dell’esistenza
umana.
Christian eschatology develops an important experience
of faith: the salvific advent of God in the common history
of men. Biblical God is not only “He Who is”,
but is also and moreover “He Who comes” and
“He Who lives ”, as one can already read in
Ex. 3,14 and again in Rev. 1,4 and 1,18. Furthermore, in
Rev.1,17b and 2,8 the Resurrected presents Himself as “the
First and the Last”. For this reason the Christocentric
comprehension of history and its destination implies a fundamental
dialectics of continuity/ discontinuity among promise, accomplishment,
and anticipation.
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