FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore  
Giuseppe Limone
Titolo  
La colpa fra "terza persona", scienza e civiltà
Pagine  
256-273
Abstract  

Partendo dalla constatazione che l'eclissi della colpa nel mondo odierno denota una flessione del senso di colpa dalla prima persona (che viceversa è il cardine istitutivo del senso di colpa, come si sostiene) alla terza persona, l'Autore argomenta l'assunto secondo cui la colpa è un vissuto del legame che mi vincola all'altro (in prima persona) e che vincola l'altro a me (in terza persona). Svolgendo questo assunto l'Autore evidenzia le stratificazioni del vissuto della colpa; esso comporta una dipendenza radicale (che si dirama fin nelle profondità dell'esperienza del numinoso), un confine di cui è segnacolo il pudore (vichianamente inteso come costitutivo delle civiltà umane), e una forza riconducibile alla potenza ancipite (di attrazione e di repulsione) del sacro. La colpa viene quindi ricondotta al cardine della persona, la quale a sua volta è intesa come costituita da una relazionalità, che si incentra sulla unicità dell'atto di esistere e si dirama in una profondità di possibili. Di qui il confronto con due modelli teoretici che riconducono rispettivamente alla terza persona (ipostasi del soggetto logico-linguistico) e al patico (la cui intenzionalità risulta aliena dallo sguardo conoscitivo). In altenativa l'Autore indaga sull'esperienza del dolore, la quale riconduce al vissuto della colpa quale vissuto della dipendenza e del legame.

Starting off with the statement that the eclipse of guilt in today’s world denotes that the sense of guilt is inflected from the first to the third person (whereas the sense of guilt pivots on the first person), the A. maintains that guilt is a lived feeling of the bond tying me to the other (first person) and the other to me (third person). Arguing this assumption he highlights the layers of such a lived feeling; it involves a radical dependence (that branches out into the deepness of the experience of the numinous), a boundary whose mark is modesty (according to Vico a constitutive element of human civilization), a force that goes back to a double-sided power (attracting and repelling) of the sacred. Guilt is then brought back to pivot on the person, which in its turn is understood as constituted by a relationship centred upon uniqueness (of an act of being) and breaching out into transfinite possibilities. Hence the comparison of two theoretical models both connected to the “third person” (a hypostasis of the logic-linguistic subject) and to the “pathetic” (the intentionality of which is alien to knowing insight). As alternative model the A. investigates the experience of sorrow that leads back to the lived feeling of guilt as feeling of bond and dependence.

     
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