Abstract |
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Il saggio di Falque mira ad un confronto
tra la propria opera Saint Bonaventure et l’entrée
de Dieu en théologie, pubblicata nel 2000 e l’ormai
celebre opera gilsoniana La philosophie de Saint Bonaventure,
del 1924. La rilettura del celebre medievalista si colora
di gratitudine verso il suo lavoro ma anche d’incoraggiamento
ad un approfondimento. Se Gilson, a suo tempo, diffidava
ancora dei filosofi che sconfinavano nella teologia, Falque
li esorta, piuttosto, a non precludersi l’apertura
a tale campo del pensiero. L’intento è, dunque,
quello di offrire con puntuali confronti e senza paura di
indebiti “sconfinamenti”, una lettura fenomenologica
della teologia del Dottor Serafico, al fine di metterne
in luce la portata filosofica. A muoverlo è la convinzione
che si possa, e si debba, uscire dall’alternativa
tra filosofia e teologia, oggi, in Francia, non ancora del
tutto superata.
The author confronts his Saint Bonaventure et l’entrée
de Dieu en théologie (2002) with the now famous La
philosophie de Saint Bonaventure (1924) by Gilson. The new
reading of the famous medievalist is marked by gratefulness
for his work but also by an encouragement to investigate.
If Gilson, at his time, was suspicious of the philosophers
who trespass on theology, Falque urges them not to bar themselves
from the possibility of opening to this field of thought.
The aim is to offer, with precise confrontations and without
fear of undue exceeding of limits, a phenomenological interpretation
of the Doctor Seraphicus in order to emphasize its philosophical
importance. The author believes that it is possible and
even necessary to overcome the alternative between philosophy
and theology that today in France is not yet quite surpassed. |