Abstract |
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Il saggio parte dalla distinzione tra “cristianesimo”
e “cristianità”. Esamina alcune forme
di cristianità tramontate e propone un ripensamento
del cristianesimo in dialogo e discernimento critico con
il moderno e il post-moderno. Filo conduttore del discorso
non è la previsione del futuro del cristianesimo
bensì l’invito ad una scelta, giudicata culturalmente
ineludibile, tra il suo “abbandono”, perché
convinti che abbia esaurito il suo contributo al processo
di liberazione dell’uomo, anzi lo ostacoli, e la sua
“reinterpretazione” o nuova “inculturazione”
teorica e pratica, perché convinti che sia ancora
portatore di fecondi “semi di futuro” per l’uomo
d’oggi.
The paper departs from the distinction between “Christianity”
and “Christian tradition”. It examines some
forms of faded Christian tradition and proposes a rethinking
of Christianity in dialogue with the modern and post-modern.
Leitmotiv of the paper is not the prediction of the future
of Christianity but the invitation to a choice – judged
culturally ineluctable – between its “abandonment,”
because it should have exhausted its contribution to the
process of man’s liberation, and its re-interpretation
or new theoretical and practical “enculturation”
as bearer of fertile “seeds of the future” for
the men of today. |