Abstract |
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L’amore della verità, richiede,
per Pascal, che la filosofia faccia un passo fuori di sé,
perché il desiderio che la abita (filo-sofia) si
rivela inadeguato a corrispondere a quell’amore di
cui la verità stessa offre il modello. Il passaggio
dalla filosofia all’”apologetica” può
essere interpretato in questo senso. Si tratta, allora,
di concepire un re-impianto del desiderio in modo che, sottraendovi
ogni presunta naturalità, esso possa essere ri-condotto
a desiderare così come la verità richiede:
in modo non intenzionale, non spontaneo, ma a partire da
una passione della verità che Pascal pensa come “circoncisione”e
che trova nel cuore il suo luogo proprio, la sua iscrizione.
Ripensare il desiderio a partire dalla “circoncisione
del cuore” che mantiene par coeur, come una macchina,
l’inclinazione venuta da fuori e irriducibile all’ordine
naturale, vuol dire legarlo alla memoria e alla ripetizione
di quell’amore che proviene dalla verità stessa.
For Pascal, the love of truth requires that philosophy
must get away from itself, since its intrinsic desire (philo-sophy)
is inadequate to respond to that love whose truth itself
offers the model. The transition from philosophy to “apologetics”
may be interpreted in this sense. It is a matter then to
imagine a re-establishment of desire in such a way as to
enable it – subtracting from it every presumed naturalness
– to desire such as truth asks: in a non-intentional,
non-spontaneous way, starting from the passion for truth
which Pascal thinks of as “circumcision” and
which finds in the heart its own place, its own inscription.
Rethinking desire, in the light of the “heart’s
circumcision,” means to link the wish to the memory
and to the repetition of that love which comes from truth
itself. |