Abstract |
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Attraverso una rilettura del De pace
fidei il presente articolo intende mostrare come la
prospettiva interreligiosa di Niccolò Cusano, in
perfetta continuità con la sua filosofia, non sia
assimilabile a nessuna delle forme della “tolleranza
moderna”, bensì possa addirittura essere interpretata
come una risposta ante litteram alla degenerazione di quest’ultima
costitutita dall’indifferentismo religioso. Cusano
pensa infatti ad una pace nella fede e non nonostante la
fede, e lo fa, invece che elaborando una teoria dialogica,
mettendo in scena un vero e proprio dialogo del cristianesimo
con le altre confessioni, nel quale quest’ultimo si
offre quale possibile spazio di ospitalità teso al
riconoscimento della religiosità di tutte le religioni.
Through a rereading of De pace fidei thispaper
intends to show how the inter-religious perspective of Nicholas
of Cusa, in perfect continuity with his philosophy, is not
assimilable to anyone of the modern forms of “modern
tolerance”, although it may be even interpreted as
an ante litteram answer to its degeneration consisting in
religious indifference. Nicholas of Cusa envisages a peace
in faith and not in spite of faith. To realize this he stages
a dialogue between Christianity and other creeds, where
the former offers itself as a space of hospitality open
to the recognition of the religiousness of all the religions. |