FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore   Amedeo VIGORELLI
Titolo  
Nietzsche o Aristotele? L’incompiuta autocritica di MacIntyre
Pagine  
369-383
Abstract  

In After virtue MacIntyre riassumeva nell’alternativa: “o Nietzsche o Aristotele” l’antitesi tra etica antica delle virtù e moderna (illuministica) etica della norma. Nel più recente Dependent Rational Animals. Why Human Beings Need the Virtues, egli ribadisce l’idea di un ritorno all’etica comunitaria, dopo il fallimento del “progetto illuminista” di giustificazione della morale, ma con una significativa autocritica. L’alternativa non è più posta tra Nietzsche e Aristotele, ma tra Nietzsche e Tommaso d’Aquino. La nozione di Übermensch viene anzi accostata a quella aristotelica di megalo/yuxoj, di cui ripeterebbe i tratti “anticompassionevoli”. Una rinnovata “etica delle virtù” non può fare a meno del richiamo alla charitas cristiana, estranea tanto a Nietzsche quanto ad Aristotele. Ora, l’autocritica di MacIntyre è davvero completa, o dovrebbe piuttosto tornare a fare i conti anche con Kant? MacIntyre non tiene sufficientemente conto della specifica qualità religiosa del suo “illuminismo”, della chiara distinzione tra amore “pratico” (charitas) e amore “patologico” (compassione): distinzione che tiene aperto, anche all’interno di un’etica della norma (etica dei moderni), lo spazio per una rinnovata etica delle virtù.

In After Virtue MacIntyre summed up in the alternative «either Nietzsche or Aristotle» the opposition between the old ethics of virtues and the modern (Enlightenment) ethics of norm. In the more recent Depndent Rational Animals. Why Human Beings Need the Virtues, he confirms the idea of a return to communitarian ethics after the failure of the «Enlightenment project» of justifying morality, but with a significant self-criticism. A renewed «ethics of virtues» needs the reference to christian charitas, extraneous both Nietzsche and Aristotle. Is MacIntyre’s self-criticism really completer or should it also deal with Kant? Mac Intyre does not take in due consideration the specifc religious quality of his ‘Enlightenment’, the clear distinction between ‘practical’ love (charitas) and ‘pathological’ love (compassion): a distinction that leaves an open space, also inside an ethics of norm (i.e. of the moderns), for a renewed ethics of virtues.

     
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