FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore   Didier FRANCK
Titolo  
Le morti di Dio
Pagine  
303-328
Abstract  

In due note del 1884-85 Nietzsche qualifica il pensiero dell’eterno ritorno come consolatore e – in quanto ogni religione è consolazione – come religione delle religioni. Qual è il senso di questa qualificazione del «pensiero più grave»? In che senso il pensiero dell’eterno ritorno è consolatore e di quale desolazione esso viene a consolare? Rispondere a queste domande comporta una comprensione adeguata della struttura complessa ed ambivalente della dottrina nietzscheana della morte di Dio. Se il Dio che muore è il Dio trinitario della rivelazione cristiana, egli muore di più morti ad un tempo: muore assassinato dall’«uomo più brutto», che col suo assassinio vuol trarre vendetta del più implacabile testimone della sua bruttezza, e muore da se stesso, sopraffatto dalla compassione per la bruttezza dell’«uomo più brutto», nella quale egli è implicato non solo nella sua qualità di testimone. La sua morte, infine, è l’effetto liberatorio del pensiero dell’eterno ritorno, un pensiero che è in se stesso deicida e principio di divinizzazione, in quanto provoca ad un tempo la morte di Dio e, liberandoci dallo spirito di vendetta dell’ultimo uomo, la nascita del superuomo.

In two notes of 1884-85, Nietzsche qualifies the doctrine of the Eternal Return as comforting – and because every religion is consolation – as religion of religions. Why is this doctrine comforting and which desolation does it comfort? The answer to these questions involves an adequate understanding of the complex and ambivalent doctrine of God’s death. If the God who dies is the trinitarian God of Christian revelation, he dies more deaths at the same time: He dies assassinated by the «ugliest man», who wants to take vengeance against the most implacable witness of his ugliness, and dies by himself overwhelmed by the ugliness of the «ugliest man». His death, finally, is the redeeming effect of the thought of the Eternal Return, a thought that is, in itself, deicide and principle of deification, because it causes the death of God and at the same time the birth of the Overman, freeing us from the revenge spirit of the last man.

     
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