Abstract |
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In due note del 1884-85 Nietzsche qualifica
il pensiero dell’eterno ritorno come consolatore e
– in quanto ogni religione è consolazione –
come religione delle religioni. Qual è il senso di
questa qualificazione del «pensiero più grave»?
In che senso il pensiero dell’eterno ritorno è
consolatore e di quale desolazione esso viene a consolare?
Rispondere a queste domande comporta una comprensione adeguata
della struttura complessa ed ambivalente della dottrina
nietzscheana della morte di Dio. Se il Dio che muore è
il Dio trinitario della rivelazione cristiana, egli muore
di più morti ad un tempo: muore assassinato dall’«uomo
più brutto», che col suo assassinio vuol trarre
vendetta del più implacabile testimone della sua
bruttezza, e muore da se stesso, sopraffatto dalla compassione
per la bruttezza dell’«uomo più brutto»,
nella quale egli è implicato non solo nella sua qualità
di testimone. La sua morte, infine, è l’effetto
liberatorio del pensiero dell’eterno ritorno, un pensiero
che è in se stesso deicida e principio di divinizzazione,
in quanto provoca ad un tempo la morte di Dio e, liberandoci
dallo spirito di vendetta dell’ultimo uomo, la nascita
del superuomo.
In two notes of 1884-85, Nietzsche qualifies the doctrine
of the Eternal Return as comforting – and because
every religion is consolation – as religion of religions.
Why is this doctrine comforting and which desolation does
it comfort? The answer to these questions involves an adequate
understanding of the complex and ambivalent doctrine of
God’s death. If the God who dies is the trinitarian
God of Christian revelation, he dies more deaths at the
same time: He dies assassinated by the «ugliest man»,
who wants to take vengeance against the most implacable
witness of his ugliness, and dies by himself overwhelmed
by the ugliness of the «ugliest man». His death,
finally, is the redeeming effect of the thought of the Eternal
Return, a thought that is, in itself, deicide and principle
of deification, because it causes the death of God and at
the same time the birth of the Overman, freeing us from
the revenge spirit of the last man. |