Anche senza essersi esplicitamente confrontati tra loro sul tema, Martin Buber e Ernst Bloch dialogano in modo serrato su profezia ed apocalittica nei loro scritti, presentando due modelli antitetici. Buber privilegia la profezia come relazione tra umanità e Dio nell’agire storico, vedendo invece nell’apocalittica la perdita della centralità dell’azione umana sollecitata da Dio. Bloch invece legge l’apocalittica come definitiva messa al centro dell’essere umano nell’azione storica, esodo da Dio per il quale la protesta di Giobbe contro Dio rappresenta un tornante cruciale. Nell’ultima parte del saggio vengono illustrati alcuni precedenti della definizione di questi paradigmi nei primi scritti dei due autori. La conclusione che si ritiene di poter trarre dal confronto è che al di là della chiara opposizione di paradigmi entrambi i filosofi tendono a riportare l’apocalittica dentro l’agire storico.
Even without having explicitly confronted each other on the subject, Martin Buber and Ernst Bloch engage in a close dialogue on prophecy and apocalyptic in their writings, presenting two antithetical models. Buber favors prophecy as the relationship between humanity and God in historical action, seeing instead in apocalyptic the loss of the centrality of human action prompted by God. Bloch, on the other hand, reads apocalyptic as the definitive placing of the human being at the center of historical action, an exodus from God for which Job’s protest against God represents a crucial turning point. The last part of the essay illustrates some precedents of the definition of these paradigms in the early writings of the two authors. The conclusion to be drawn from this comparison is that, beyond the clear opposition of paradigms, both philosophers tend to bring apocalyptic back into historical action.