Lo scopo di questo articolo è duplice. Anzitutto tenteremo di illustrare l’esistenza di un carattere performativo, e ancor più specificatamente prescrittivo, nella modalità d’uso di alcuni dei nomi metaforici attribuiti a Dio all’interno della Tradizione ebraica. La tesi che così sosteniamo è che sia possibile comprendere tale modalità d’uso guardando al concetto di Imitatio dei. A tale scopo faremo riferimenti ad alcune nozioni che provengono dall’ambito dell’ermeneutica e della filosofia del diritto. In questa prospettiva – così giungendo al secondo scopo dell’articolo – verrà approfondito il concetto e la natura dell’uso performativo del linguaggio nonché lo statuto della verità non apofantica, dove quest’ultima sembrerebbe indicare un punto di intersezione tra la dimensione normativa e l’esperienza della fede.
Parole chiave: Linguaggio performativo e prescrittivo, imitatio Dei, teologia e pensiero ebraico, ermeneutica e filosofia del diritto
The purpose of this paper is twofold. First of all it aims at illustrating the existence of a performative and, more specifically, prescriptive level of meaning in the use of some metaphorical names attributed to God in the Jewish tradition. The thesis is that it is possible to understand such linguistic approach by referring to the concept of imitatio Dei. In doing so it is necessary to make use of some theoretical insights coming from the fields of Hermeneutics and of the Philosophy of Law. By doing so – and this is the second goal of this paper – the concept of the performative use of language and the nature of the non apophantic truth shall be examined in depth, andthe meeting point between the religious dimension and the normative one will be questioned.
Keywords: performative and prescriptive language, imitatio Dei; Jewish theology and Jewish thought; hermeneutics and the philosophy of law