Il saggio discute dell'episodio storico del conflitto tra missionari gesuiti e missionari di altri ordini a proposito dei culti che i letterati cinesi riservavano a Confucio e agli antenati: si trattava di «riti religiosi» o di «riti civili»? Questa distinzione era importante perché, solo nel caso che si trattasse di riti ‘civili’, i missionari e i convertiti cinesi avrebbero potuto parteciparvi e questa partecipazione era un tassello essenziale nella strategia di ‘accomodazione’ tra cristianesimo e cultura cinese perseguita dai gesuiti. Il saggio confronta le opposte concettualizzazioni dei riti confuciani proposte da ‘anti-accomodazionisti’ e ‘accomodazionisti’, mostrando come gli stessi atti rituali potessero essere concettualizzati come ‘sacrificio’ o come ‘omaggio’ a seconda del partito di appartenenza. L'autore rileva come entrambi gli schieramenti fossero condizionati da una percezione del ‘Sacro’ come manifestazione di un potere assoluto e assoggettante, che egli ritiene riduttiva nei confronti dello stesso cristianesimo. Egli contesta infine che la distinzione tra ‘religioso’ e ‘civile’ possa essere basata sulla presenza del Sacro, dal momento che il Sacro è solo un polo della dimensione religiosa.
Parole chiave: sacrificio; sacro e profano; riti confuciani; Prospero Intorcetta S.J.
The essay discusses the historical episode of the conflict between Jesuit missionaries and missionaries of other orders about the Chinese literates’ cults of Confucius and of the ancestors: were those «religious» or «civil» rites? The distinction was important as the missionaries and their Chinese converts could only take part in «civil» rites, which was a critical element of the strategy of ‘adjustment’ of Christianity to Chinese culture pursued by the Jesuits. The essay compares the differing conceptualisations of Confucian rites between the ‘anti-adjustment’ and the ‘pro-adjustment’ positions, and illustrates how one and the same ritual could be construed as a ‘sacrifice’ or as a ‘homage’. The author illustrates how both parties were influenced by a perception of the ‘Sacred’ as a manifestation of an absolute and subduing power, a view he deems to be reductive even in the eyes of Christianity itself. He also questions whether the distinction between ‘religious’ and ‘civil’ can be based on the presence of the Sacred, since the Sacred is only one facet of the religious dimension.
Keywords: sacrifice; sacred and profane; confucian rites; Prospero Intorcetta S.J.
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