Abstract |
|
Il nostro spazio pubblico è infestato
dalla presenza di nuovi sofisti (senza offesa per i sofisti),
che dicono il contrario di quello che fanno. In particolare,
dicono un dialogo, un'inclusione, e praticano una rigidità,
un'esclusione. Il saggio si propone di indagare teoreticamente
le condizioni di possibilità di una simile inclusio
ad excludendum, cui contrappone l'ideale virtuoso di una
exclusio ad includendum. Ipotizza altresì la nascita
di un nuovo protagonista della scena antropologica: l'uomo
conchiglia, simbolo della mutata configurazione dei rapporti
tra il pubblico e il privato. Si sporge infine a considerare
presupposti e implicazioni teologiche delle nuove tecnologie.
Our public space is infested by the presence of new Sophists,
who profess the contrary of what they do. In particular,
they profess dialogue, inclusion, and practise inflexibility,
exclusion. This essay aims to investigate theoretically
the possibility of a similar inclusio ad excludendum, to
which it opposes the virtuous ideal of an exclusio ad includendum.
It hypothesizes as well the birth of a new protagonist on
the anthropological scene: the «shell-man»,
symbol of the changed configuration of the relations between
public and private. |