Abstract |
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Può una società essere regolata
solo sulla base di decisioni procedurali e di norme formulate
a partire da pochi principi giusti di carattere generale?
È possibile escludere il riferimento a una teoria
del bene comune per determinare uno spazio pubblico nel
quale ogni individuo si senta partecipe? E ancora, come
si può costruire una tale teoria? Esaminando le posizioni
contrapposte di Rawls da una parte, e di Lucas e Wiggins
dall’altra, l’articolo intende evidenziare i
vantaggi di un modello di organizzazione sociale che lasci
spazio al dibattito dialettico delle differenti posizioni
e preferenze. Sulla scia della posizione aristotelica, secondo
cui la società politica giusta è quella che
permette l’espressione delle virtù individuali,
si delinea una concezione dello spazio pubblico nel quale
i diversi concreti principi di giustizia e le differenti
concezioni dl bene, che sono determinanti in relazione agli
specifici contesti nei quali si applicano, interagiscono
tra loro, in un confronto capace di portare i cittadini
a unirsi in un legame sociale stabile e motivato.
Can a society be ruled only on the grounds of procedural
decisions and formulated norms starting from few general
just principles? Is it possible to leave out a theory of
common welfare in order to build a public space in which
every individual feels participant? And how is it possible
to build such a theory? The paper tries to answer to these
questions, analysing the opposite opinions of Rawls and
Lucas and Wiggins. In the wake of the Aristotle’s
statement that a just political society is the one that
allows the expression of individual virtues, it is sketched
a conception of public space in which the different principles
of justice and the different conceptions of good interact
in a comparison able to link the citizens in a stabile and
motivated social bond. |