Abstract |
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Si prende in considerazione la nozione
di sacrificio così come emerge nel libro X del De
Civitate Dei ricostruendo, a distanza di quarant’anni,
il vivace dibattito critico che negli anni ’60 ha
avuto per oggetto proprio tale nozione e che (ad eccezione
di episodi isolati) non ha trovato un largo seguito negli
anni successivi. Ci si sofferma, in particolare, sul problema
del valore definitorio o descrittivo da attribuire all’espressione
verum sacrificium est omne opus, quo agitur, ut sancta
societate inhaereamus Deo, sull’accezione di
“vero sacrificio” e sul rapporto tra sacrificio
visibile e invisibile. In un secondo momento ci si concentra
sul valore di sacrificio della croce di Cristo, che Agostino
considera, proprio nella pagine in esame, come il sacrificio
perfetto, culmine di tutta l’economia sacrificale
dell’Antico Testamento e sorgente e modello di ogni
sacrificio cristiano. Proprio essa costituisce il “vero
sacrificio”, insieme visibile e invisibile.
The paper concerns the notion of sacrifice present in the
Book ten of De Civitate Dei, reconstructing the
Sixties critical debate on this notion that, apart some
isolated episodes, did not receive large favor in the following
years. It dwells, in particular, on the problem of defining
the descriptive value of the expression verum sacrificium
est omne opus, quo agitur, ut sancta societate inhaereamus
Deo, on the meaning of “true sacrifice”,
and on relation between visible and invisible sacrifice.
The second part focuses on the sacrificial value of Christ’s
Cross, which Agustin considers, as the perfect sacrifice,
acme of the whole sacrificial economy of the Old Testament
and source and model of every Christian sacrifice. The Cross
is the ‘true sacrifice’, at the same time visible
and invisible |