Abstract |
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La vita è oggetto delle scienze
e soggetta alla manipolabilità tecnica? Oppure è
produzione di senso e soggetto di costituzione di un fine
in sé? L’autore sostiene che l’ethos
del vivente umano consiste nel plasmare forme organizzative
e simboliche della vita; esso attinge al proprio intrinseco
telos e non alla sua «nuda vita». Perciò
si esprime in sedimentazioni di significati, strutture di
azione e pratiche di vita. Il senso in cui si esplica una
vita sensata è prodotto dell’entelecheia umana.
Questa è la capacità di atti di formazione
di un mondo, sia in senso conoscitivo sia nel senso della
praxis e della poiesis. Essa si esplica in un contesto associativo
che ha un perimetro culturale, etico e cosmopolitico. In
essa si profila l’idea stessa di umanità ovvero
di «vita umana», e persino di «natura
umana». Il discorso sul vivente intelligente chiama
in causa il discorso sull’etica.
Is life as bios object of the sciences and subject-matter
for technical manipulation? Or is it production of sense
and subject of a constitution to an end in itself? The A.
maintains that the ethos of human living consists of creating
organizational and symbolic forms of life; it turns not
so much on ‘bare life’ as on an own intrinsic
telos. Thus it displays layers of meaning, frames of action,
and practices. The sense expressed by a meaningful life
is enacted by the human entelecheia. This is a capacity
to do formation-acts that give rise to a world, in the sense
of knowing, as well as of praxis and of poiesis. This capacity
displays itself in a social context with a cultural, political,
and cosmopolitical framework. Therein the very idea of humanity
or, better, of ‘human life’, and even of ‘human
nature’ stands out. This is why the topic of ‘intelligent
life’ (bios) calls in question the topic of ethics. |