Abstract |
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L'autore sostiene che la riflessione di
Foucault sulla ‘biopolitica’, pur non priva
di punti di oscurità, propone una sfida impegnativa
al pensiero contemporaneo: cogliere in modo adeguato le
implicazioni socio-politiche delle opzioni che costituiscono
oggi il dominio della ‘bioetica’. Anche se usualmente
giustificate in nome di princìpi sovrapolitici o
attraverso il richiamo ad autorità sovrapolitiche
, queste opzioni veicolano infatti modelli ben riconoscibili
e molto riduttivi di interpretazione della corporeità
e del rapporto che il soggetto umano deve intrattenere con
il proprio corpo. Evitare che, a partire di qui, si costituiscano
nuove logiche di ‘biopotere’ è questione
che non riguarda soltanto l'azione politica, ma interpella
problematicamente la riflessione filosofica e teologica.
Foucault’s reflection on ‘biopolitics’,
even if not lacking in obscure points, proposes a compelling
challenge to contemporary thinking: to grasp in an adequate
way the socio-political implications of the options which
today form the dominion of ‘bioethics’. Even
if usually justified in the name of supra-political principles
or through the appeal to supra-political authorities, these
options diffuse well-recognizable and reductive models of
interpretation of corporeity and of the rapport that the
human subject must have with his own body. Starting from
here, to avoid that new logics of ‘biopower’
may arise, is a question that does not only concern political
action, but problematically interpellates philosophical
and theological reflection. |