Abstract |
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Questo saggio è scandito in quattro
parti. In una prima si citano due brevi testi di Bonhoeffer,
dove egli indica sia la necessità di ricuperare teologicamente
il penultimo sia l'Antico Testamento come luogo testuale
a cui attingere ispirazione per questo compito. Nella seconda,
una elementare fenomenologia del penultimo lo inscrive dentro
la categoria del fine, in questo caso il fine del disegno
divino. La terza parte – che rappresenta il punto
centrale della riflessione - offre un abbozzo di svolgimento
a partire dalla teologia biblica della creazione, indicando
nella pedagogia della fede (deserto e terra promessa) e
della Legge (responsabilità coram Deo verso l’altro
uomo) le due modalità secondo cui l'ultimo, anticipandosi
come fondamento, abilita l'esistenza umana a vivere con
autenticità etica e teologica il penultimo. Una quarta
breve parte accenna alla inattuale attualità di questo
discorso dentro la temperie del postmoderno, così
lontana dalla modernità con cui Bonhoeffer si era
confrontato.
This paper is divided into four parts. In the first, two
short passages of Bonhoeffer are cited where he indicates
the necessity of recuperating theologically the “penultimate”
and proposes the Old Testament as a textual place from which
to obtain inspiration for this task. In the second, an elementary
phenomenology of the “penultimate” inscribes
it within the category of the end, in this case the end
of the divine plan. The third – and central –
part offers an outline of development starting from the
Biblical theology of the creation, and indicates in the
pedagogy of the faith (desert and promised land) and of
the Law (responsibility coram God towards the other) the
two modalities according to which the “ultimate”,
anticipating itself as a foundation, enables human existence
to live with theological and ethical authenticity the “penultimate”.
The fourth part hints at the outdated actuality of this
discourse within the spirit of the post-modern, so distant
from the modernity which Bonhoeffer had faced. |