Abstract |
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Nel saggio "Giordano Bruno e il pensiero
del Rinascimento" (1920) Giovanni Gentile riconosce
allo ‘Spirito’ bruniano un’aperta produttività,
collocandola all’interno dell’illimitata volontà
di potenza propria della concezione borghese, tesa programmaticamente
al dominio ed alla organizzata trasformazione del mondo.
In tal modo, dopo avere già ipoteticamente sottoposto
ad una necessaria decomposizione l’antica e tradizionale
struttura ideologica medievale, il doppio bruniano Dio-mondo
non deve attendere altro che la propria realizzazione nel
mondo moderno, per il tramite dello sviluppo dell’immanenza.
L’errore bruniano, allora, secondo Gentile è
consistito nell’aver voluto mantenere dei rapporti
concettuali tradizionali contraddittori con la propria posizione
teoretica, la cui valorizzazione pratica avrebbe poi necessariamente
comportato una scelta obbligata frs l’atto di abiura
o la propria sottomissione ad un inevitabile giudizio di
condanna a morte.
In the essay “Giordano Bruno e il pensiero del Rinascimento”
(1920) Giovanni Gentile recognizes in Bruno’s ‘Spirit’
a clear productivity, going back to the unlimited will to
power typical of the bourgeois conception, aimed programmatically
towards dominion and the planned transformation of the world.
Thus Bruno’s God-World double, after having already
hypothetically decomposed the old and traditional ideological
medieval structure, has only to wait for its realisation
in the modern world, by means of the development of immanence.
Bruno’s mistake, then, according to Gentile, lies
in having maintained traditional conceptual relationships
conflicting with his own theoretical position; hence the
compelling choice between the act of abjuration or its submission
to the inevitable judgement of capital punishment. |