Abstract |
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Nell’articolo si denuncia il nichilismo
di gran parte del discorso filosofico contemporaneo sul
corpo, il quale ignora o fraintende il fenomeno dell’autoaffezione
corporea. In particolare ci si sofferma sull’esempio
husserliano delle due mani che si toccano, confrontandosi
con le riflessioni di Sartre, Merleau-Ponty, Derrida, Nancy,
Henry, Marion. Da un lato, cercando di rivalutare la nozione
merlopontiana di carne ma facendo anche proprie alcune riflessioni
di Henry e Marion, si sostiene che l’autoaffezione
rende possibile l’eteroaffezione che la rende possibile.
Dall’altro, si sostiene la portata etica del fenomeno
dell’autoeteroaffezione, criticando le concezioni
cosalistiche od oggettivanti della corporeità (la
mano toccata non è una cosa e ogni mano è
contemporaneamente toccante e toccata).
This article denounces the nihilism of a much of contemporary
philosophical discourse on the body, which ignores or misunderstands
the phenomenon of corporeal self-affection. In particular
it dwells on Husserl’s example of the touching hands.
On the one hand, trying to revalue Merleau-Ponty’s
notion of flesh but adopting some reflections of Henry and
Marion, the paper maintains that self-affection makes possible
the hetero-affection which has rendered it possible; on
the other hand, it upholds the ethical range of the self-hetero-affection
phenomenon, criticizing the objectivating conceptions of
corporeity (the touched hand is not a thing and each hand
is at the same time touching and touched). |