FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore  

Paolo GAMBERINI

Titolo  
Caro cardo salutis. L’incarnazione come dono di trascendenza
Pagine  
31-44
Abstract  

L’evento dell’incarnazione di Dio - Verbum caro factum est - offre una nuova e peculiare modalità di coniugare corpo e trascendenza. Dopo una rivisitazione dei presupposti antropologici della concezione platonica e aristotelica, viene presentata la particolarità dell’antropologia biblica in riferimento alla distinzione carne-corpo, anima-spirito. A fondamento della differente concezione biblica del corpo troviamo un’idea di Dio radicalmente diversa da quella greca. Se Dio non si contraddice ma propriamente si dice nell’umano, vuol dire che corpo e trascendenza non vanno concepiti in maniera contraddittoria. Per la rivelazione cristiana, infatti, Dio si dice propriamente nella carne. Nei racconti evangelici, specialmente nella passione e nella resurrezione di Gesù dai morti, ritroviamo la centralità che ha il corpo di Gesù nel mistero della salvezza e come diventi essenziale il corpo nella visione antropologica della visione dogmatica della Chiesa. Ciò richiede una comprensione del rapporto tra corpo e trascendenza alla luce di una fenomenologia del dono e della comunicazione. Se il Verbo si è fatto carne, affinché la carne divenisse parola e comunicabile ad ogni uomo, nella carne di Gesù ogni corpo è chiamato a divenire dicibile: donandosi per altri. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” (Gv 6,56-57).

The event of God’s incarnation – Verbum caro factum est – offers a new and peculiar way of conjugating body and transcendence. At the basis of the Biblical notion of the body we find an idea of God thoroughly different from the Greek one. If God does not contradict Himself, but asserts Himself really in the human, body and transcendence must not be conceived in a contradictory way. For Christian revelation God asserts Himself in the flesh. So the body/transcendence relationship must be revisited in the light of a phenomenology of gift and communication. If Word has become flesh, in order that body can become word, communicable to every man, in Jesus’ flesh each body is called to become speakable, giving itself for others. “He that eateth my flesh, and drinketh my blood, dwelleth in me, and I in him” (John 6, 56).

     
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