I libri di storia riportano la vicenda del ‘Balilla’ di Genova, che innescò la rivolta contro gli Austriaci al grido: Che, l’inse? Il verbo – che corrisponderebbe grosso modo all’italiano «incignare» – significa «dare inizio a qualcosa», e, nel suo uso politico, suggerisce una solidarietà profonda tra l’inizio e la rivolta, tra inizio e rottura (/cesura). Iniziare significa sempre anche strappare. L’inizio rappresenta una benedizione, in quanto apportatore di novità, ma è anche un momento pericoloso, perché non vi sarebbe novità, se qualcosa non venisse archiviato. L’inizio è purezza, una fonte di acqua cristallina cui attingere nei momenti di stanchezza, ma anche barbarie, forza cieca che distrugge la civiltà. Per questo plesso di motivi le religioni – e forse le culture in generale – insieme esaltano e vituperano l’inizio. Cristo è apportatore di vita nuova, irrompe nel mondo come una novità radicale, ma la sua novità non deve significare né la cancellazione della Legge, né la distruzione del mondo. La chiesa, una volta riportato la propria vittoria sull’Antico, ricupera l’Antico, a costo di compromessi, doppiezze e ipocrisie. L’inizio è sfrontato, giustifica se stesso. Ci vuole coraggio, per iniziare. In quanto si autogiustifica, l’inizio ha sempre un tratto di presunzione. Ogni inizio rischia di essere ingiusto, ma sarebbe ingiusto impedire l’inizio. L’inizio, a meno che venga impedito o impedisca se stesso , sembra quindi avere due strade: o la semplice posizione di sé e la negazione del vecchio, oppure la posizione di sé unitamente a un chiedere scusa, a un onorare il passato, a un cercarne (magari a ritardo) la fraternità. Talora le due posizioni si alternano, e ciò che pareva rifiutare qualunque giustificazione che non provenisse da sé incomincia a scusarsi, come se l’auto-posizione fosse indistricabile da una sovra-esposizione che risulterebbe, alla lunga, intenibile . Gli articoli raccolti in questo fascicolo illuminano i due versanti dell’inizio: il suo orgoglio (che può diventare arroganza) e la sua umiltà (che può farsi rinuncia o pigrizia del cuore); la sua libertà, insofferente di giustificazioni, e la sua ragionevolezza, bisognosa di esse; la sua autarchia, che divide il tempo in prima e dopo di sé, e la sua ricerca attiva di fraternità, quasi che l’inizio fosse troppo opprimente per essere portato da solo, perfino da un dio; la sua inescusabilità (l’inizio c’è perché c’è, come un significato riottoso), e il suo interpretarsi come inizio scusato – scusato, per esempio, da uno stato di necessità.
UGO PERONE
Un breve inizio / A Brief Beginning
SERGIO ROSTAGNO
Initium fidei / Initium Fidei
PAOLO HERITIER
La forma della norma nella rappresentazione mitica dell’inizio / The Form of the Norm in the Mythical Representation of the Beginning
PIERGIUSEPPE BERNARDI
Sul caos originario. Tratteggio di una rimozione / On the Nature of Originary Chaos. The Outline of a Removal
ROBERTO IGNAZIO CORTESE
Nicolas Malebranche: uno sguardo sull’Inizio per intravedere l’Approdo / Nicolas Malebranche : a Glance on the Beginning to Catch a Glimpse of the Destination
ENRICO GUGLIELMINETTI
Difficoltà con l’inizio. Nota sulla Filosofia della Rivelazione di Schelling / A Note on Schelling's Philosophy of Revelation
GIANLUCA DE CANDIA
L'Inizio come Indifferenza assoluta. Cacciari interprete di Schelling / The Beginning as Absolute Indifference. Cacciari interprets Schelling
GABRIELE VISSIO
Eccezionalmente ordinari. Il santo come modello normativo / Exceptionally Ordinary. Saint as a Normative Model
Aldo Magris, Le invenzioni di Dio (Claudio Belloni); Antonio Trupiano – Angelo Maria Vitale (a cura di), Il vincolo del reale. Percorsi di riflessione a partire da Xavier Zubiri (Alessio Lembo); Duilio Albarello, «La grazia suppone la cultura». Fede cristiana come agire nella storia (Edoardo Cibelli); Byung-Chul Han, La salvezza del bello (Claudio Belloni); Natalie Fritz, Anna-Katharina Höpflinger, Stefanie Knauß, Marie-Therese Mäder, Daria Pezzoli-Olgiati, Sichtbare Religion. Eine Einführung in die Religionswissenschaft (Carla Danani); Baldassare Scolari, State Martyr. Representation and Performativity of Political Violence (Carla Danani).