Filosofia e Teologia XXXVII, 2 (2023), Beatitudine e scandalo della povertà, pp. 239-251
Le povertà non sono tutte uguali e non sono tutte cattive. Solo attraversando questo paradosso della povertà possiamo comprenderla fino in fondo. Il saggio si propone, in primo luogo, di mostrare come le ambivalenze della cultura occidentale nei confronti della povertà dipendono dall’ambivalenza che troviamo già nei Vangeli. In secondo luogo si mette in evidenza come il concetto di meritocrazia rischi di cancellare una delle grandi novità dell’umanesimo cristiano ed europeo: aver liberato i poveri dalla loro colpa. Infine attraverso la distinzione esemplare di uso e possesso, si proverà a riconoscere nell’economia di Francesco l’utopia concreta utile al nostro tempo.
Parole chiave: Povertà; uso e possesso; meritocrazia; colpa; Economia di Francesco
Poverties are not all the same and they are not all bad. Only by going through this paradoxe of the poverty can we fully understand it. The essay aims, first of all, to show how the ambivalences of Western culture towards poverty depend on the ambivalence that we already find in the New Testament. Secondly, it highlights how the concept of meritocracy risks erasing one of the great innovations of Christian and European humanism: having freed the poor from their guiltiness. Finally, through the exemplary distinction of use and possession, we will try to recognize in the economy of Francesco the concrete utopia useful to our time.
Keywords: Poverty; use and possession; meritocracy; guiltiness; Economy of Francesco